GREEN ECONOMY

Massimo Ghilardi e Sergio Tommasini – Energia green dal tabacco

 

Ottenere output energetici di diverso livello, per differenti applicazioni e rispettosi del criterio della sostenibilità. Come? Attraverso un brevetto che consente di estrarre energia verde dalla pianta del tabacco. Ne parliamo con Massimo Ghilardi e Sergio Tommasini

di Nicoletta Bucciarelli

 

Secondo il professor Thomas Harpen Goodspeed, direttore del dipartimento botanico dell’Università di Berkley, la pianta del tabacco sarà una di quelle che sopporterà meglio l’aridità a cui stiamo andando incontro. «Considerando che siamo ora nelle prime fasi di un periodo Interglaciale – spiega Harpen Goodspeed – l’incremento previsto dell’aridità favorirà la sopravvivenza e la continua evoluzione del genere Nicotiana».

La notizia, di per sé negativa per l’aumento dell’aridità, potrebbe avere però un risvolto positivo. Come? Riuscendo a sfruttare le coltivazioni di tabacco producendo energia. È quanto sta portando avanti la società Idroedil tramite un progetto alquanto innovativo. Idroedil è una società nata 35 anni fa ad Imperia per la gestione di discariche di rifiuti solidi urbani e inerti, che, nel corso degli anni ha subìto trasformazioni e mutamenti arrivando ad abbracciare progetti visionari.

«Già negli anni 80 mio padre, – spiega Massimo Ghilardi, oggi amministratore della società – alimentava le serre con biogas da discarica. Questo a testimonianza di come la lungimiranza abbia sempre avuto un ruolo importante nella famiglia e nelle sue azioni imprenditoriali. Da 10 anni la società investe inoltre in attività innovative collegate alle energie alternative. Un esempio? Un brevetto internazionale sulla depolimerizzazione di gomme fuori uso».

Una lungimiranza che ha sempre caratterizzato l’azienda, soprattutto nella capacità di creare una risorsa partendo da un problema. Un percorso che parte dalla gestione dei rifiuti solidi urbani e arriva alla creazione di energia verde. «Nel settore dei rifiuti gestiamo circa 140.000 tonnellate di prodotto annualmente e produciamo circa 1,2 megawatt di energia elettrica da biogas. Abbiamo inoltre investito in tecnologie di produzione di energia elettrica da fonti vegetali e biomasse solide. Stiamo portando avanti un importante investimento su un impianto innovativo di smaltimento di pneumatici usati, dai quali otteniamo olio e gas per produzione energetica utilizzando motori endotermici, del ferro e del carbone da riciclare sul mercato. Si tratta di un brevetto internazionale che vede coinvolti enti universitari per finalizzare il progetto industriale».

Progetti che non intendono guardare solo verso meri fini economici. «Crediamo – prosegue Massimo Ghilardi – che per fare impresa oggi sia necessario coniugare altri valori oltre al profitto ed in particolare: la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale. Per questo reinvestiamo parte degli utili creare progetti che abbiano un valore condiviso».

 

Tra le idee più innovative su cui sta puntando molto Idroedil c’è proprio quella di estrarre energia dal tabacco. «Con mio padre, – spiega Ghilardi – quattro anni fa abbiamo puntato sull’idea e sul lavoro del professor Corrado Fogher, dagli anni 90 impegnato nello studio genetico e miglioramento del Dna della pianta del tabacco per fini energetici, che ha elaborato un brevetto industriale collegato a una nuova varietà di tabacco. Abbiamo rilevato la licenza mondiale di sfruttamento del brevetto industriale creando la società di ricerca e sviluppo Sunchem Holding. Una nuova scommessa imprenditoriale collegata alla produzione di biodiesel e biojetfuel per aviazione. Il nostro scopo è quello di arrivare, in una decina di anni, a contendere la leadership nella produzione di olio vegetale applicato a fini energetici. Abbiamo esteso il brevetto industriale su 57 paesi nel mondo e abbiamo creato una struttura di licensing aggregando partner di valore che operano nel settore petrolifero».

Proprio sulla base delle analisi di mercato Sunchem ha deciso nel 2009 di adottare un modello di partnership strategica che coinvolge aziende medio-grandi che operano nella lavorazione del petrolio / carburante e nel settore della distribuzione. «Tra i più importanti – spiega Sergio Tommasini managing director di Idroedil e del progetto Sunchem – Alphatrading Italia, Argos Oil BV Olanda, Diester Group Francia, Terasol LLC Brasile, Tyton Bioscience Corp. USA».

Sunchem Holding detiene i diritti esclusivi per il godimento e lo sviluppo a livello internazionale del brevetto industriale relativo al Tabacco Energetico. «La pianta di tabacco per applicazioni energetiche – spiega Tommasini – contrariamente all’industria del tabacco per le sigarette, massimizza la produzione di fiori e semi a scapito della produzione di foglie. Non contiene nicotina e si presenta come una pianta energetica integrata a tutti gli effetti. La pianta è estremamente robusta, in grado di crescere in climi e terreni diversi e può essere coltivata su terreni marginali che non possono essere utilizzati per la produzione alimentare. Si tratta di una pianta annuale e pluriennale, con più raccolte nello stesso anno, che consente agli agricoltori di scegliere in modo flessibile la rotazione dei terreni o anche colture consociate. Da 1 ettaro di coltivazione di tabacco energetico potremmo avere una media di produzione di sementi da 6 a 10 tonnellate con più raccolte durante l’anno e una produzione di biomassa fresca per produzione di biogas pari a 50-70 ton annue per ha. In relazione ai diversi climi e paesi la pianta bilancia in modo integrato la produzione di seme con quella di biomassa. Questa produzione evidenzia che si tratta della pianta non alimentare più produttiva sul mercato in termini di potenzialità energetica e sostenibilità (secondo la direttiva RES EU 28/2009). Il seme contiene circa il 40 per cento di olio e dalla spremitura a freddo potremmo avere il 33-34 per cento di olio grezzo e il 65 per cento di panello proteico.  La biomassa fresca presenta un buon potere metanigeno che si avvicina alle rese del silo mais. Dalla trebbiatura dell’infiorescenza dalla quale si ottengono le sementi abbiamo la biomassa secca, un altro prodotto utile per fini energetici, che presenta un potere calorifico di 3800 kcal/kilo».

In sintesi la pianta di tabacco del professor Fogher può essere considerata la pianta di seconda generazione sostenibile sia da un punto di vista ambientale, economico e sociale. «Infatti – prosegue Tommasini – non è una pianta ogm, non contiene nicotina, non è tossica, presenta una produzione integrata di biomassa e di olio per ettaro molto superiore ad altre oleaginose (che sono essenzialmente monocolture) e si adatta a diversi climi con protocolli agronomici unici (l’approccio integrato di questa coltura è unico al mondo).

 

Ciò che si ricava dalla pianta è un olio per biocarburanti e biojetfuel. «Per questo – prosegue Ghilardi – abbiamo siglato un accordo con Alitalia nel settembre 2011. Un altro scopo che possiamo ottenere è anche il panello per mangimi animali e la biomassa per fini energetici».  Il progetto sta andando avanti e si sta concretamente sviluppando molto velocemente. «Sotto la Sunchem Holding – riprende Tommasini – abbiamo creato una serie di società di gestione operativa che sviluppano il tabacco energetico su tutta la filiera aggregando dei partner di valore che operano nel settore della produzione di biocarburanti e trading petrolifero. In particolare abbiamo una presenza importante negli Usa, in Brasile, in Italia e in Nord Africa. Siamo anche in Senegal, Namibia, Santo Domingo e stiamo entrando nell’area ex sovietica e nel 2013 inizieremo a svilupparci sui mercati cinese, malesiano e indonesiano».

La produzione sta interessando paesi differenti.  «In Italia quest’anno abbiamo una coltivazione di 400 ettari, che rappresenta la piattaforma di lancio per il 2013-2017, abbiamo poi coltivazioni nei vari stati in cui siamo presenti. Solo in Italia investiremo a breve 20-25 milioni di euro».  L’operazione è complessa ma molto ben strutturata. «Dalla holding – riprende Ghilardi – gestiamo una quota rilevante di equity in ogni società creata ad hoc per lo sviluppo integrato nei singoli paesi. Abbiamo costruito una filiera completa, integrata e chiusa, che va dal brevetto “tobacco seeds”, italiano e internazionale, e comprende ogni fase del processo, fino ai prodotti finali: olio, panello e biomassa. Sunchem Holding mantiene una partecipazione di rilevanza all’interno delle società del livello operativo ed è in grado di equilibrare i margini lungo tutta la filiera. Con noi l’agricoltore diventa partner ed elaboriamo insieme il business plan».

 

 

BOX

Le pianta del tabacco energetico

 

Il professor Corrado Fogher dopo anni di studi sulla genetica e sul miglioramento del Dna della pianta di tabacco è riuscito ad elaborare una specie agraria destinata alla produzioni di semi anziché di foglie. Una pianta che non contiene nicotina, che ha un’alta produttività di olio per ettaro e presenta caratteristiche agronomiche particolari che la rendono adatta a diversi climi e terreni. È proprio da questo particolare tipo di pianta di Tabacco che si potrà produrre energia. «Noi la definiamo 1SEC– One Stop Energy Crop – spiega Tommasini – ossia una pianta dalla quale possiamo ottenere output energetici di diverso livello e per differenti applicazioni. Abbiamo strutturato un modello industriale che presenta elementi distintivi che affiancano il brevetto di invenzione configurando un innovativo approccio al mondo delle piante vegetali».

 

Richiamo 1

Il nostro scopo è quello di arrivare, in una decina di anni, a contendere la leadership nella produzione di olio vegetale applicato a fini energetici

 

Richiamo 2

In Italia quest’anno abbiamo una coltivazione di 400 ettari, che rappresenta la piattaforma di lancio per il 2013-2017

 

Dida

Massimo Ghilardi è amministratore della Idroedil di Imperia. Sergio Tommasini è direttore generale della Idroedil e del progetto Sunchem www.idroedil.info www.sunchem.it

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